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PERIODICO INFORMATIVO - 30 SETTEMBRE 2022

News

 

LE ANTICIPAZIONI SUL NUOVO CODICE APPALTI DAL CONSIGLIO DI STATO E DALL’ANAC

         CONTRATTI PUBBLICI

Entro il prossimo 20 ottobre il Consiglio di Stato dovrà rendere noto il testo del nuovo Codice Appalti, passaggio propedeutico alla conclusione dell’iter di approvazione che dovrà concludersi entro il 31 marzo 2023.

Dalle prime anticipazioni emerge la determinata volontà di favorire la certezza dei tempi e il buon esito del ciclo d’appalto. In particolare, la commissione intende introdurre il principio secondo cui le procedure di affidamento devono concludersi entro termini predeterminati. In questo contesto anche la pendenza di un ricorso amministrativo non potrà comportare il blocco della procedura e il superamento del tempo massimo costituirà un inadempimento valutabile ai fini del rispetto del dovere di buona fede.  In caso di ritardi imputabili alle imprese scatterà la causa di esclusione dalla procedura o di risoluzione del contratto per inadempimento.

Accelerati anche i tempi per la stipula dei contratti che dovranno essere formalizzati entro 30 giorni dall’efficacia dell’aggiudicazione.

La bozza del provvedimento elaborata dalla commissione del Consiglio di Stato prevede, inoltre, che l’esclusione automatica delle offerte anomale, applicata agli appalti di lavori e servizi e non a quelli di forniture, sia gestita con l’applicazione di uno dei tre metodi (riportati nell’allegato della nuova legge) scelto dalla stazione appaltante.

Significative semplificazioni anche per i micro appalti, soprattutto per quanto riguarda la fase di controllo sui requisiti dei partecipanti nel caso dell'affidamento diretto: autodichiarazione da parte dei concorrenti e verifica tramite sorteggio.

Previsto un sistema automatico di revisione prezzi sulla base di indici e rilevamenti periodici per rendere certo e tempestivo l'adeguamento dei prezzi al verificarsi di condizioni oggettive, non prevedibili al momento della formulazione dell'offerta.

Messe a regime le semplificazioni introdotte con i decreti approvati durante la pandemia, contenenti le norme per agevolare e accelerare la gestione delle gare.

Si segnala altresì l’ambizioso progetto di digitalizzazione dell’intero ciclo dell’appalto: eliminato l'obbligo di pubblicazione dei bandi sui giornali, ruolo centrale della Banca dati dell’Anac, attivazione di un Portale unico in grado di interfacciarsi son tutte le stazioni appaltanti e sviluppo del Fascicolo virtuale delle imprese contenente dati e requisiti per partecipare alle gare.

Sul nuovo assetto del Codice è tornato anche il Presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, sostenendo che il tema della qualificazione e della riduzione delle stazioni appaltanti sarà un elemento fondamentale.

Secondo Busia "la qualificazione delle stazioni appaltanti cui Anac ha lavorato non vuole e non deve bloccare la crescita e lo sviluppo del Paese. Serve invece a far sì che i Comuni spendano bene i soldi pubblici, con competenza, in maniera digitale, risparmiando tempi e burocrazia. Ecco perché bisogna intervenire con urgenza sulle stazioni appaltanti, spingendo i piccoli Comuni ad unirsi e a professionalizzarsi, a trovare economie di scala nei loro acquisti. I piccoli comuni devono mettersi insieme, creare massa critica per sviluppare migliori capacità di fare acquisti, per diventare compratori di maggior peso e consistenza. Non è quindi un peso che si pone ma una facilitazione".

Anac ha proposto che il 5% della spesa dell'appalto sia destinata a formare chi gestisce l'appalto. Le Linee guida sulla qualificazione delle stazioni appaltanti, previste dal Pnrr ed elaborate da Anac, diventeranno legge con il nuovo codice dei contratti pubblici.

Soprattutto per gli enti di piccola dimensione, la riforma comporterebbe, in sostanza, l’impossibilità di gestire in proprio appalti di qualunque importo; gli enti dovranno dimostrare di possedere requisiti specifici di competenza e esperienza. L’Associazione dei comuni, tuttavia, ha già inoltrato un documento critico nel quale richiede di limitare l'obbligo di qualificazione agli “importi superiori alle soglie comunitarie previste per lavori e per servizi e forniture”. 

 

ANAC: ENTI APPALTANTI DEVONO ATTENERSI ALLE LINEE GUIDA

         CONTRATTI PUBBLICI

In un recente atto del Presidente Anac, su una procedura aperta inetta dal Comune di Firenze (Atto n.73809/2022), l’Autorità ha riaffermato l’obbligo per gli enti appaltanti di adeguarsi alle Linee Guida precisando che “qualora le Stazioni Appaltanti, in applicazione della loro discrezionalità valutativa, intendano derogare a singole disposizioni delle linee guida è necessario che le stesse, oltre a non potersene discostare in modo irragionevole e abnorme, motivino attraverso l’adozione di un apposito atto le ragioni di opportunità sottese a tale deroga. La motivazione, peraltro, a norma dell’art. 71 del codice dei contratti pubblici, dovrà essere maggiormente circostanziata qualora sia presente… un bando-tipo che esplicita chiaramente i criteri di valutazione delle offerte”.

L’Anac riprende sostanzialmente quanto sostenuto dal Consiglio di Stato che impone alle stazioni appaltanti “un atto che contenga una adeguata e puntuale motivazione, anche ai fini di trasparenza, che indichi le ragioni della diversa scelta amministrativa”.

Secondo il Consiglio di Stato, l’Amministrazione potrà non osservare le linee guida solo se “la peculiarità della fattispecie concreta giustifica una deviazione dall’indirizzo fornito dall’ANAC”.

 

FILIERA DELLE COSTRUZIONI: RENDERE STRUTTURALI I BONUS EDILIZI

         FISCO

Si è riunita lunedì 26 settembre la Filiera delle costruzioni (costituita dalle Organizzazioni Nazionali rappresentative del settore edile) per formulare le proprie proposte sulle prospettive dei bonus edilizi. 

Sulla scorta di studi ed analisi che, tra l’altro, attestano come i bonus edilizi abbiano rappresentato un incredibile volano per la crescita del Paese, generando un effetto sul Pil di notevole impatto a fronte di un costo reale molto inferiore rispetto alle somme investite, la Filiera delle costruzioni ritiene sia giunto il momento di rendere strutturali questo tipo di interventi. 

Ciò dovrà avvenire studiando le opportune modifiche ed implementazioni per renderli sostenibili ed utili per le finalità relative al miglioramento energetico e della sicurezza delle costruzioni, oltre che per risolvere in maniera definitiva i problemi legati alla cessione del credito. La Filiera ritiene che i bonus edilizi debbano diventare un intervento strutturale da dispiegare in un arco di tempo lungo, 20 o 30 anni, calibrandoli in modo che sia garantita la loro sostenibilità.

A questo proposito, tutte le componenti della Filiera stanno lavorando ad una precisa proposta di norme da sottoporre al nuovo Governo, non appena esso sarà insediato.

 

IN EVIDENZA

IN GAZZETTA IL DECRETO AIUTI TER

         ECONOMIA

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 223 del 23 settembre 2022 il decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144, c.d. Aiuti Ter, recante “Ulteriori misure urgenti in materia di politica energetica nazionale, produttività delle imprese, politiche sociali e per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”. 

Il decreto, composto da 44 articoli e entrato in vigore dal 24 settembre u.s., introduce nuove misure urgenti sull’emergenza energetica e sul sostegno alla produttività delle imprese. 

In particolare vengono prorogati e rafforzati i crediti di imposta a favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale: per quelle a forte consumo di energia elettrica e di gas naturale è riconosciuto un credito d’imposta pari al 40% delle spese sostenute per la componente acquistata e utilizzata nei mesi di ottobre e novembre 2022. Per le imprese dotate di contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 4,5 kW, diverse da quelle a forte consumo di energia elettrica, il credito d’imposta relativo agli stessi mesi è pari al 30%, mentre per le imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale il credito è pari al 40%. 

E’ stata prevista, inoltre, la concessione di garanzie gratuite, da parte di SACE e del Fondo PMI, per i finanziamenti concessi alle imprese per esigenze relative al pagamento delle bollette emesse nei mesi di ottobre novembre e dicembre (se al finanziamento risulta applicato un tasso di interesse con riferimento i BTP). Per le medesime finalità è stato previsto un incremento della percentuale di garanzia dal 60 all’80% dell’importo finanziato per il pagamento delle bollette.

 

OK DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI AL NADEF 2022

         ECONOMIA

Nella seduta dello scorso 28 settembre, il Consiglio dei Ministri ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) 2022 che delinea lo scenario di finanza pubblica per il triennio 2023-2025. 

Dal documento emerge che l’economia italiana, dopo la recessione del 2020, ha registrato un periodo di crescita superiore alle aspettative che nel secondo trimestre di quest’anno ha portato il PIL a superare di 0,6 punti percentuali il livello medio del 2019; il livello medio di occupazione, nei primi sette mesi di quest’anno, è cresciuto del 3,1% sullo stesso periodo del 2021. Le prospettive di crescita sono tuttavia ora meno favorevoli a seguito dell’aumento dei prezzi dell’energia e dell’aumento dell’inflazione. 

La crescita stimata del Pil nel 2023 scende al +0,6% (+3,3% nel 2022) rispetto al 2,4% indicato nel DEF, per poi risalire a +1,8% nel 2024 e +1,5% nel 2025.

La Nota di aggiornamento al Def evidenzia, infine, che nel 2024 rientrerà in vigore il Patto di stabilità e crescita, sulla base di regole che scaturiranno da una consultazione con la Commissione europea.

 

CASELLARIO ANAC: L’ANNOTAZIONE DEVE ESSERE MOTIVATA, PUNTUALE ED ESATTA

GIURISPRUDENZA

Il Tar Roma (Sentenza n. 11699 dell’8 settembre u.s.) ha confermato l’orientamento giurisprudenziale in base al quale si impone che l’annotazione nel casellario dell’Anac debba essere riportata in maniera puntuale ed esatta; ciò al fine di fornire corrette indicazioni sul fatto in questione e consentire di tutelare l’interesse del soggetto “annotato”. 

L’Autorità ha il dovere di valutare sia la compatibilità della notizia rispetto alle finalità di tenuta del Casellario, sia l’utilità della stessa quale indice rivelatore di inaffidabilità dell’operatore economico. In tutti in casi in cui le annotazioni non rientrino tra quelle tipizzate dal legislatore come “atto dovuto”, le stesse devono essere adeguatamente motivate in ordine alle ragioni della ritenuta utilità e la mera valenza di “pubblicità notizia” delle circostanze annotate come “utili”. Il fatto che le stesse non impediscano, in via automatica, la partecipazione alle gare, non esonera l’Autorità da una valutazione in ordine all’interesse alla conoscenza di dette vicende. 

Nel caso specifico esaminato dal Tar, è stata rilevata una motivazione eccessivamente sintetica e non specifica sulle puntuali ragioni che hanno indotto all’annotazione in relazione al caso concreto effettivamente realizzatasi, non tenendo adeguatamente conto di quanto dedotto dalla ricorrente con le osservazioni in sede procedimentale e senza svolgere gli approfondimenti istruttori necessari. 

 

CAMBI DESTINAZIONE D’USO E PERMESSO DI COSTRUIRE: LE INDICAZIONI DEL CONSIGLIO DI STATO 

GIURISPRUDENZA

Il Consiglio di Stato (Sentenza del 26 Settembre 2022, n.8256) ha precisato che nei casi di cambi di destinazione d’uso la necessità di acquisire il permesso di costruire dipende dalla tipologia di cambio di categoria urbanistica, aggiungendo che “il cambio di destinazione d'uso che interviene tra categorie edilizie funzionalmente autonome e non omogenee integra una modificazione edilizia con effetti incidenti sul carico urbanistico”.

Nell’esaminare il caso specifico che coinvolgeva abusi edilizi e relativo ordine di demolizione, i Giudici hanno evidenziato che gli interventi erano riconducibili a ristrutturazione urbanistica, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ragion per cui essi avrebbero richiesto un titolo edilizio poiché volti a determinare un mutamento della destinazione d’uso fra categorie funzionalmente autonome.

Nella sentenza si sostiene che il cambio di destinazione d’uso di un preesistente manufatto non richiede alcun titolo abilitativo nel solo caso in cui si realizzi fra categorie edilizie omogenee; viceversa, "il cambio di destinazione d'uso che interviene tra categorie edilizie funzionalmente autonome e non omogenee integra, quindi, una modificazione edilizia con effetti incidenti sul carico urbanistico, soggetta a permesso di costruire".

Ne deriva che la trasformazione di un sottotetto in uno spazio abitabile è urbanisticamente rilevante in quanto incidente sul carico urbanistico e, come tale, necessita di un titolo abilitativo.

 

ATTIVO LO SPORTELLO QUALIFICAZIONE DI ANIEM LAZIO

CONVENZIONI

Aniem Lazio ha attivato un servizio per assistere e fornire consulenza alle imprese su tutte le questioni attinenti al sistema di qualificazione, con particolare riguardo alle modalità per acquisire l’attestazione Soa (prima attestazione, verifica triennale, rinnovo) e le certificazioni Iso.

Ricordiamo, peraltro, che recente legge n.51/2022 ha imposto il possesso dell’attestazione Soa anche per i lavori di importo superiore a 516.000 euro rientranti nel Superbonus e negli altri bonus edilizi: dal 1° gennaio 2023 e al 30 giugno 2023, l’esecuzione dei lavori dovrà essere affidata esclusivamente ad imprese che documenteranno l’avvenuta sottoscrizione di un contratto con una Soa; dal 1° luglio 2023 sarà necessario il possesso dell’attestazione Soa al momento della sottoscrizione del contratto di appalto.

Per maggiori informazioni le imprese interessate possono contattare i nostri Uffici scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonando al numero 3349767911.

 

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La digitalizzazione dell’industria non è una trasformazione per pochi eletti. Anche le piccole e medie imprese, con tutte le difficoltà del caso, si sono messe in marcia e ora un’indagine svolta per il ministero dello Sviluppo economico dalla società Met, in vista della prossima Relazione annuale del garante Pmi, parla di una prima inversione di tendenza: quasi una su tre utilizza tecnologie 4.0 o ha in programma di farlo.  Fonte

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