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PERIODICO INFORMATIVO - 22 SETTEMBRE 2023

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CODICE APPALTI: PRIMI INTERVENTI CORRETTIVI ENTRO FINE ANNO. SOTTO ATTENZIONE IL MECCANISMO DELLA REVISIONE PREZZI

CONTRATTI PUBBLICI

Nel corso di un evento svoltosi a Roma lo scorso 19 Settembre (“Le buone leggi: semplificare per far ripartire l'Italia”), il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha preannunciato un primo intervento correttivo al nuovo Codice Appalti (Dlgs 36/2023).

Non dovrebbe trattarsi di modifiche destabilizzanti, ma di interventi su alcuni articoli per favorirne efficacia e funzionalità: “Sicuramente al 31 dicembre verificheremo l'andamento dei lavori – ha dichiarato il Ministro -. E siamo disponibilissimi a fare dei correttivi a fine anno”.

Uno degli aspetti oggetto di interventi potrebbe essere il meccanismo di revisione prezzi sul quale il nuovo Codice ha introdotto una riforma strutturale prevedendo che “nei documenti di gara iniziali delle procedure di affidamento è obbligatorio l’inserimento delle clausole di revisione prezzi”.

Il sistema di riferimento è basato sugli indici Istat, ma permangono ancora dubbi sull’attendibilità del metodo di rilevamento degli aumenti.

Negli anni scorsi, come noto, si è proceduto con il meccanismo delle compensazioni, oggetto di contestazione proprio sul sistema di rilevamento dei prezzi e rimasto bloccato per diversi mesi.

In settimana, Fausta Bergamotto, Sottosegretaria di Stato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, intervenendo in Senato per rispondere ad interrogazioni parlamentari sull’argomento, ha precisato che l’erogazione delle risorse è ricominciata a inizio maggio per le opere relative al 2022.

Il DM 1° febbraio 2023, attuativo della Legge di Bilancio per il 2023, (con cui sono stati rifinanziati i Fondi per la compensazione dei rincari subìti dai materiali edili) ha previsto, come noto, quattro finestre temporali:

- 1° aprile 2023 - 30 aprile 2023 (ammesse a contributo istanze per 245 milioni);

- 1° luglio 2023 - 31 luglio 2023 (ammesse a contributo istanze per 458 milioni);

- 1° ottobre 2023 - 31 ottobre 2023;

- 1° gennaio 2024 al 31 gennaio 2024. 

Da segnalare, infine, che l’Istat, in audizione al Senato, ha sostenuto che l’incremento dei prezzi delle costruzioni dal 2021 ad oggi ammonterebbe solo al 12%: “Dopo i forti incrementi del 2021 e 2022, l’evoluzione dei prezzi alla produzione nelle costruzioni ha mostrato, per l’indice generale degli edifici non residenziali, una progressiva riduzione delle variazioni tendenziali a partire da gennaio 2023, fino a registrare la prima flessione ad aprile, confermata anche nei dati di maggio e giugno. Analoga dinamica si rileva per i prezzi di “Strade e ferrovie” con una prima flessione a maggio, confermata il mese successivo. L’evoluzione degli indici dei costi delle costruzioni nel periodo gennaio-maggio 2023 ha confermato questa tendenza. Nel complesso, i prezzi del settore sono, a giugno 2023, su un livello superiore di circa 12 punti rispetto a quelli di gennaio del 2021, agli esordi del PNRR”.

Restano tuttavia, secondo l’Istituto, prospettive molto incerte nel breve termine. 

ANAC CONTRO INERZIA DELLA PA: INAMMISSIBILI RITARDI SUI LAVORI DEL POLICLINICO UMBERTO I°

CONTRATTI PUBBLICI

L’Anac, con una delibera del 6 Settembre u.s., ha contestato l’inerzia delle amministrazioni coinvolte nei lavori di ristrutturazione del Policlinico Umberto I° di Roma che si pone “in generale contrasto con i principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, nonché con i principi sanciti dal Codice degli Appalti”.

Il caso in esame riguarda il progetto di ristrutturazione del Policlinico, finanziato nel 1998 con uno stanziamento di oltre 241 milioni di euro, e che in 23 anni non ha visto il concreto avvio di alcun lavoro. I fondi, in origine previsti per la ristrutturazione di tutti i 46 edifici che compongono il complesso ospedaliero, sono oggi appena sufficienti per la ristrutturazione di 17 edifici.

Sui lavori di ristrutturazione sono stati previsti anche ulteriori finanziamenti dal Pnrr.

L’Anac, dopo aver ripercorso tutte le tappe procedurali della vicenda già oggetto di interesse da parte della Corte dei Conti, ha evidenziato i ritardi sia nella progettazione che nell’attuazione degli interventi, così come nell’attivazione delle specifiche procedure di appalto.

L’Anac raccomanda alla Stazione Appaltante il rispetto dei tempi previsti dal cronoprogramma degli interventi finanziati con fondi PNRR e dà mandato all’Ufficio di Vigilanza di inoltrare la delibera all’Azienda ospedaliero – universitaria Policlinico Umberto I e alla Regione Lazio, invitandoli a presentare entro 120 giorni, una prima proposta di risoluzione delle problematiche in essere, con particolare riferimento all’ottimale utilizzo dei fondi residui e ai primi interventi da porre in essere per il rispetto del cronoprogramma. 

SALE IL TASSO DI MORA PER I MANCATI VERSAMENTI AGLI ENTI PREVIDENZIALI

SISTEMA CONTRIBUTIVO

Sono scattati dal 20 settembre u.s. gli aumenti dei tassi di mora per i mancati versamenti contributivi a Inps, Inail e casse edili/edilcasse.

L’adeguamento dei tassi scaturisce dal rialzo deliberato dalla Banca centrale europea la scorsa settimana con l’innalzamento di 25 punti del tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento.

Per Inps e Inail, nel caso di mancato o ritardato pagamento di contributi o premi, la sanzione civile viene fissata al 10%, per le casse edili/edilcasse la percentuale degli interessi di mora è del 5%. 

REGIONE LAZIO: PROPOSTA DI LEGGE PER SBLOCCO CREDITI

FISCO

Lo scorso 21 settembre la Commissione Bilancio del Consiglio regionale del Lazio ha approvato una proposta di legge che intende favorire lo sblocco dei crediti da bonus consentendo alle imprese ed agli enti controllati dalla stessa Regione “di acquisire crediti fiscali dal mercato, mediante l’utilizzo e il supporto di banche ed istituzioni finanziarie”. 

La proposta legislativa, che prevede anche l’attivazione di un portale dei crediti acquistabili, dovrebbe essere sottoposta al voto del Consiglio regionale nei prossimi giorni.

L’iniziativa legislativa, sottoscritta da tutti i partiti della maggioranza, segue l’esempio della legge regionale Basilicata dello scorso luglio ("Circolazione dei crediti fiscali per efficientamento energetico del patrimonio edilizio") che è stata ritenuta dal Governo compatibile con la legislazione nazionale e che consente agli enti pubblici economici regionali di acquistare i crediti di imposta relativi a Superbonus, bonus facciate, ecobonus e bonus ristrutturazioni. 

AGENZIA ENTRATE SU CESSIONE CREDITO SUPERBONUSSPESE ALLINEATE ALLO STATO DEI LAVORI

FISCO

L’Agenzia delle Entrate ha precisato che, nel caso di superbonus oggetto di cessione del credito, le spese sostenute devono essere allineate e corrispondenti al Sal e ai lavori realizzati entro il prossimo 31 dicembre.

Rispondendo ad un quesito specifico sull'asseverazione di lavori pagati entro il 31 dicembre 2023, l'Agenzia ha evidenziato che l’attuale normativa (comma 13 dell'art. 119 del decreto-legge n. 34/2020) stabilisce che il contribuente deve richiedere il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione e l'asseverazione, da parte di un tecnico abilitato, attestante che l'intervento realizzato sia conforme ai requisiti tecnici richiesti e che le spese sostenute siano congrue in relazione agli interventi oggetto dell’agevolazione.

Le asseverazioni dovranno essere rilasciate al termine dei lavori o per ogni stato di avanzamento; pertanto, nel caso esaminato dall’Agenzia, sarà possibile usufruire del Superbonus, nella misura del 110%, per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023, che trovino corrispondenza in un SAL riferito al 31 dicembre 2023.

In risposta ad altro quesito, l’Agenzia delle Entrate ha concesso la possibilità di cedere il credito riferito dall’intero importo pagato nel 2023, nel limite dell’importo del Sal certificato nel 2023, anche se costituito da lavori effettuati nel 2022; per l’Agenzia, sembra essere fondamentale il rispetto del principio della coincidenza tra bonifici e lavori effettuati. 

CONSIGLIO DI STATO SU ANOMALIA OFFERTE

GIURISPRUDENZA

Il Consiglio di Stato (Sentenza n.8536 del 15 Settembre u.s.), respingere un ricorso, ha evidenziato i principi fondamentali in materia di valutazione dell’anomalia delle offerte.

Richiamando la giurisprudenza consolidata, ha pertanto affermato che:

– il procedimento di verifica dell’anomalia non ha carattere sanzionatorio e non ha per oggetto la ricerca di specifiche e singole inesattezze dell’offerta economica, mirando piuttosto ad accertare se in concreto l’offerta, nel suo complesso, sia attendibile ed affidabile in relazione alla corretta esecuzione dell’appalto: esso mira, infatti, a valutare la complessiva adeguatezza dell’offerta rispetto al fine da raggiungere;

– nelle gare pubbliche il giudizio di verifica dell’anomalia dell’offerta ha natura globale e sintetica, costituendo espressione di un tipico potere tecnico-discrezionale, riservato alla Pubblica Amministrazione, che è insindacabile in sede giurisdizionale, salvo che nelle ipotesi di manifesta e macroscopica erroneità o irragionevolezza dell’operato della Commissione di gara che rendano palese l’inattendibilità complessiva dell’offerta;

– il giudice amministrativo può sindacare le valutazioni dell’Amministrazione sotto il profilo della logicità, ragionevolezza ed adeguatezza dell’istruttoria, senza poter tuttavia procedere ad alcuna autonoma verifica della congruità dell’offerta e delle singole voci, ciò rappresentando un’inammissibile invasione della sfera propria della Pubblica amministrazione;

– nell’ambito del contraddittorio sono consentite giustificazioni sopravvenute e compensazioni tra sottostime e sovrastime, purché l’offerta risulti nel suo complesso affidabile al momento dell’aggiudicazione;

– le singole voci di costo possono essere modificate per sopravvenienze di fatto o normative che comportino una riduzione dei costi o per originari comprovati errori di calcolo o per altre plausibili ragioni;

– in sede di verifica di anomalia dell’offerta i valori indicati nelle relative Tabelle ministeriali sono utilizzabili dalla stazione appaltante come indici valutativi dell’adeguatezza economica dell’offerta privi di inderogabile vincolatività: pertanto, non può essere dichiarato il carattere anomalo di un’offerta per il solo fatto che il costo del lavoro sia stato indicato secondo valori in ipotesi inferiori rispetto a quelli risultanti dalle tabelle ministeriali;

– le tabelle ministeriali recanti il costo della manodopera espongono dati non inderogabili, assolvendo a una funzione di parametro di riferimento dal quale è possibile discostarsi, in sede di verifica, sulla scorta di una dimostrazione puntuale e rigorosa in ordine alle ragioni che giustificano lo scostamento;

– un pur esiguo margine positivo impedisce di considerare antieconomica e dunque anomala l’offerta; eventuali scostamenti tra i dati reali e quelli previsionali possono essere infatti coperti con il margine di utile previsto, tenendo conto che anche un utile modesto può comportare un vantaggio significativo per l’impresa derivante dall’esecuzione di un appalto pubblico.

 

ATTIVO LO SPORTELLO QUALIFICAZIONE DI ANIEM LAZIO 

CONVENZIONI

Aniem Lazio ha attivato un servizio per assistere e fornire consulenza alle imprese su tutte le questioni attinenti al sistema di qualificazione, con particolare riguardo alle modalità per acquisire l’attestazione Soa (prima attestazione, verifica triennale, rinnovo) e le certificazioni Iso.

Ricordiamo, peraltro, che recente legge n.51/2022 ha imposto il possesso dell’attestazione Soa anche per i lavori di importo superiore a 516.000 euro rientranti nel Superbonus e negli altri bonus edilizi: dal 1° gennaio 2023 e al 30 giugno 2023, l’esecuzione dei lavori dovrà essere affidata esclusivamente ad imprese che documenteranno l’avvenuta sottoscrizione di un contratto con una Soa; dal 1° luglio 2023 sarà necessario il possesso dell’attestazione Soa al momento della sottoscrizione del contratto di appalto.

Per maggiori informazioni le imprese interessate possono contattare i nostri Uffici scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure telefonando al numero 334.9767911.

 

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La digitalizzazione dell’industria non è una trasformazione per pochi eletti. Anche le piccole e medie imprese, con tutte le difficoltà del caso, si sono messe in marcia e ora un’indagine svolta per il ministero dello Sviluppo economico dalla società Met, in vista della prossima Relazione annuale del garante Pmi, parla di una prima inversione di tendenza: quasi una su tre utilizza tecnologie 4.0 o ha in programma di farlo.  Fonte

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